Massimizzazione del recupero di materia ed energia negli impianti di depurazione
Periodo: dal 2013 al 2017
Obiettivo:
Gli impianti di depurazione ricevono, in ingresso, un flusso (le acque di scarico) caratterizzato da un contenuto significativo di risorse materiali (carbonio organico, fibre, nutrienti ecc.) ed energetiche (energia termica, chimica, potenziale, cinetica). Benché l’obiettivo primario sia la depurazione, ovvero la restituzione all’ambiente di acque compatibili con l’ecosistema ricettore, sempre più l’attenzione si rivolge alle possibilità di sfruttamento delle risorse materiali ed energetiche dei liquami. Alcune soluzioni sono già da tempo in uso, pur con periodici ripensamenti dovuti al naturale evolversi delle conoscenze e del conseguente quadro normativo: si pensi, ad esempio, al riuso sia delle acque depurate sia dei fanghi in agricoltura o all’adozione di pre-trattamenti della digestione anaerobica dei fanghi per massimizzare la riduzione dei solidi volatili e quindi la produzione di energia. I ricercatori e le principali aziende del settore stanno anche studiando ulteriori alternative in questa direzione, avendo in alcuni casi anche già sviluppato impianti pilota a scala industriale: dal recupero delle fibre di cellulosa alla produzione di biopolimeri estratti dalla biomassa per produrre plastiche biodegradabili, dalle Microbial Fuel Cells alla produzione di idrogeno, solo per citare alcuni esempi.
Il Gruppo di Lavoro “Gestione Impianti di Depurazione” ha attivato un sottogruppo che si è occupato di questi temi con i seguenti obiettivi: delineare lo stato dell’arte della ricerca a livello internazionale; definire, con una indagine a livello nazionale, la situazione attuale in Italia circa l’applicazione degli interventi di recupero; valutare, attraverso l’esame di casi di studio, le interazioni tra varie forme di recupero e le implicazioni tecniche ed economiche.
Referenti: